Montag, 18. Juni 2007

Bere o pregare // Beten oder Saufen


Dopo il film “L’Auberge Espagnole – Barcelona per un anno” di Cédric Klapish, Erasmus significa innanzitutto una cosa: un semestre allegro, durante il quale si festeggia tanto. Spesso l’Università viene soltanto al secondo posto. Anche Siri di Passau nella Germania e Joana di Lisbona nel Portogallo sono d’accordo, quando fanno una passeggiata verso le cinque, quando Roma è appena sveglia. Hanno con sè una bottiglia di vino rosso, sono ancora sudati e vengono da una notte passata a ballare.

Intanto Magdalena di Polonia normalmente si sveglia a quest’ora. Alcool, festeggiare tutta la notte e baciarsi con i ragazzi di Roma non se ne parla nemmeno per la studentessa di pedagogia di 26 anni. Porta un ampio saio bruno, tenuto unito da una cordicella bianca. I tre nodi le ricordano il voto che ha fatto a 20 anni:
"Castità, obbedienza e poverta“. Magdalena è suora in un convento delle Capuccine.

Magdalena fa gli stessi corsi di Siri e Joana. Ma quando la banda d’Erasmus, ogni martedì dopo il corso d’Italiano, va alla notte dei cocktail nella “Cuccagna”, lei ritorna al convento. “Nei tempi passati anch’io ho festeggiato, sono andata a ballare e avevo persino un ragazzo. Ma sentivo che non ero felice”, dice. Dalle dieci e trenta, quando i cocktail per gli Erasmus costano soltanto 3,50 €, comincia per Magdalena la compieta: non si parla più, questo tempo appartiene solo a dio. “La gente della mia età non capisce che ho scelto la mia strada volentieri e senza nessuna forza.”

Magdalena non doveva cercare una camera, a differenza degli altri studenti Erasmus. Lei vive nel suo convento – i Cappuccini hanno sedi in quasi tutto il mondo e quindi anche a Roma -. La sua camera invece non è cosi diversa da quella degli altri Erasmus. Intorno all’immagine di Gesù, sono attaccati foto della sua famiglia, degli amici e degli orfani che vivono insieme alle suore a Lublino.

Vive la sua esperienza d’Erasmus soprattutto a contatto con le suore, i preti e i frati Capuccini qui a Roma. Ma anche tra gli studenti Erasmus ha degli amici: poco tempo fa hanno preso anche un café insieme: un prete e Magdalena con le sue vesti da suora e Eileen della Germania in jeans e t-shirt.

A Magdalena l'idea di fare l’Erasmus è stata suggerita da una amica della cattolica Università a casa a Lublino: “Ha trascorso Erasmus nella Germania e mi ha totalmente infettato con il “virus” d’Erasmus”, ammette ridendo. La badessa finalmente era d’accordo con il desiderio straordinario della giovane suora, senza temere per Magdalena un leggero semestre delle feste come si vede in “L'Auberge Espagnole”: “Gli Italiani sono bravissimi nel campo delle scienze della educazione. Qui posso imparare tanto per la mia professione futura”, dice Magdalena.

Alla fine non è troppo importante se si è seriamente motivati a studiare all’università o si rallenta per un semestre: “Più della propria esperienza scientifica si tratta di franchezza e tolleranza. In una atmosfera disinvolta, Erasmus fa incontrare la gente. Il programma supporta il dialogo interculturale. Inspira i giovani a pensare “europeo” e non solo negli studi ma anche nella vita del lavoro insegna ad essere mobile”, si può leggere sulla pagina della commissione europea.

Siri e Joana non hanno studiato tanto per l’università in questo semestre, per quanto riguarda la loro vita invece hanno portato un sacco di cose: “È meraviglioso trovare subito amici in tutto il mondo! Adesso, per esempio, posso capire molto meglio la cultura e la mentalità degli Italiani, dei Tedeschi o dei Francesi”, parla Siri con entusiasmo. Se ognuno avesse un amico all’estero esisterebbero meno difficoltà tra le nazioni, di questa cosa Joana è sicura.